Ferragosto, che passione
Sono le dieci del mattino del 15 agosto, il numero delle macchine
aumenta, come da copione, da ogni lato ci assediano bagnanti,
ombrelloni e sedie a sdraio: l'avevamo capito tutti prima ancora di
leggerlo sui giornali, i palermitani quest'anno non sono potuti andare
in vacanza. Io annaspo ancora, cercando di rimuovere l'invadente
senso di avvilimento che va montando da giorni. Fino alla ciliegina
sulla torta della sera precedente: l'edificante visione, per me
totalmente inedita, della spiaggia di Mondello stracolma di gente in
attesa del passaggio del Ferragosto come se fosse la cometa di un
nuovo inebriante Carnevale.
A forza di evitare da trent'anni i veglioni di Capodanno e il Festino
di Santa Rosalia, di schernire nell'intimo gli incalliti che
pervicacemente si incolonnano verso Mondello per santificare in
macchina la loro domenica, di compiangere la gente pazientemente in
fila per entrare negli shopping centers, di non guardare la
televisione per paura di vedere talk shows, reality shows, quiz e
Grande Fratello, si rischia grosso, si rischia di perdere il polso
della dura realtà.
Il trucco è sempre lo stesso e funziona ancora molto bene anche se è
passato appena qualche millennio e se le dimensioni del fenomeno si
sono allargate a dismisura: Panem et circenses era la ricetta dei
romani, Feste forni e forche le immancabili tre 'effe' degli spagnoli.
Da un paio di secoli, a molti di noi è divenuto impossibile
compiacersi della vista delle sofferenze altrui, le nostre menti
illuminate accettano però perfettamente i giochi cruenti se propinati
in modo virtuale; spesso il sangue è proprio vero, ma viaggia
attraverso la TV o Internet. In compenso l'orgia collettiva è
assolutamente concreta e godibile, l'offerta è in continuo incremento,
non è certo gratis, né sta più appesa sull'albero della cuccagna, ma
basta osservare i dettami e le regole della grande abboffata e cercare
di arraffarsi tutto per primi. Qualcuno ha già in programma di
invitare anche i marziani ad osservarci attivamente all'opera nella
nostra continua 'carnevalizzazione della vita' (secondo un'espressione
di Umberto Eco), così le multinazionali troveranno altri mercati in
espansione. Quando il divertimento è miscelato con alcol, sesso e
droga, il prodotto diviene davvero esplosivo, l'imperativo categorico,
specie sotto i trent'anni, è non limitarlo in alcun modo. Tra un
numero sempre crescente di sagre più o meno sovvenzionate, le feste
vere sono sempre più rare: il Natale, la Pasqua, le Feriae Augusti,
diventano sempre più 'comandate' e, per il tramite di ibridi
Halloween, di palii medievali fasulli, e di 'eventi' di nuova
invenzione, specie e qualità, devono espandersi ad ogni periodo
dell'anno.
So di avere pochissimi compagni sul pianeta di chi rifiuta lo svago
forzato. A loro raccomando di non raccontarlo a nessuno, guai a dire
in giro che non ci siamo divertiti.
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