Friday, January 17, 2014

IL MONDO IN MOSTRA: il potere della maschera - in concomitanza con la mostra che è aperta fino al 22 FEBBRAIO 2014 presso la Libreria del Mare Via Cala 50 Palermo




IL CENTRO STUDI AVVENTURE NEL MONDO di Palermo presenta:
Il potere della maschera
Con un centinaio di maschere appartenenti a cinque collezioni private  e provenienti da più di trenta paesi dei cinque continenti, la mostra IL POTERE DELLA MASCHERA espone a Palermo per la prima volta uno dei tipi di oggetti più interessanti del mondo dal punto di vista antropologico. 
A cura di Marcella Croce e Laura Monasteri
Inaugurazione venerdì 7 febbraio 2014 ore 18 Libreria del Mare Via Cala 50 Palermo

La mostra rimarrà aperta fino al 18 febbraio negli orari di apertura della libreria.Si ringraziano Alberta Rondini, Agata Villa,  Giacomo Della Gatta, Mario Puccio e Luigi Carbone per la collaborazione



‘Tutto ciò che è profondo ama la maschera’: con queste parole Friedrich Nietzsche intendeva sottolineare come le maschere siano usate per indicare significati più complessi di ciò che nessuna faccia individuale può mostrare. Mentre nelle società occidentali la maschera è qualcosa che serve a travestire o a nascondere, in Africa è un simbolo o un’icona che ha la funzione di rivelare la presenza di un’entità spirituale, un fondamento morale o la storia dell’origine della comunità. Per questa ragione molti ricercatori rifiutano l’uso della parola stessa “maschera” per indicare questi oggetti. Per gli africani la maschera è un elemento visivo che indica agli spettatori che la persona che la sta usando ha smesso di essere se stessa per diventare veicolo di comunicazione con entità del mondo spirituale e ancestrale o con divinità.

Quando si usa la parola maschera, nella mente di molte persone si presenta l’immagine della faccia di legno, ma in realtà la varietà dei materiali cambia con il variare delle forme che essi assumono. Pietra, oro, argento, bronzo, carta, stracci, pelle, spate di palma, fibre tessute o intrecciate, lacca sono stati i materiali maggiormente usati in passato e tuttora sfruttati. Nel suo significato intrinseco la maschera è un travestimento, una finzione. La sua funzione può essere quella di personificare gli Spiriti, gli Dei o gli Avi, di assumere il controllo della società, di educare o di rifiutare le responsabilità connesse all’azione di altri. L’uso delle maschere è quasi completamente riservato agli uomini, anche quando il personaggio rappresentato è una donna, un caso abbastanza frequente. Ci sono comunque rilevanti eccezioni, quali ad esempio la comunità Sande della Sierra Leone; in essa le donne vestono il copricapo nero chiamato sowei e il ruolo del maschio è relegato a quello del buffone. 
Le tradizioni legate all’uso della maschera si ritrovano in tutti i continenti ad eccezione dell’Australia, dove gli aborigeni hanno invece prediletto un sistema di pittura del corpo. L’uso delle maschere è generalmente ristretto alle aree della foresta, anche in questo caso con alcune eccezioni: ad esempio la tradizione Inuit. Come le maschere di molte culture africane, quelle del Pacifico riflettono una forte tradizione cerimoniale di travestimenti e di rituali religiosi. Probabilmente il legame tematico più forte tra i diversi culti è l’importanza accordata agli antenati della tribù, i cui spiriti benigni sono spesso invocati.
La diversità delle varie culture, religioni e zone geografiche dell’Asia è sottolineata dall’incredibile varietà di maschere. La gamma dei soggetti va dai fantastici grovigli multicolore delle maschere-uccello Garuda dello Sri Lanka alla stilizzata semplicità delle bianche maschere Noh del Giappone. La maschera di Bali non è solo un mezzo per fare teatro, ma è qualcosa di vivo, un oggetto che con la sua energia magica rende l’attore veramente un’altra persona, al punto che a volte egli non riesce a sopportare la parte e cade in trance in modo incontrollabile.
Gli attori del teatro giapponese Noh si inchinano verso la maschera prima di prenderla, riferiscono che la maschera ha un potere su di loro, e che si ritrovano spesso a lottare per controllare questo potere. La maschera non è quindi solo un oggetto per travestirsi, ma qualcosa di spirituale necessario per ottenere una trasformazione. L’attore (shite) che interpreta Okina parla come un dio, loda l’uditorio, pronuncia parole di pace universale, e ha doti sovrannaturali quando indossa la maschera, che assume essa stessa poteri divini.
Le maschere delle Americhe presentano una vasta gamma di stili. Esse sono non meno legate ai rituali ed alle superstizioni delle altre raffigurazioni dell’Africa o dell’Asia; inoltre alcune sono fra le più sorprendenti e sofisticate di tutti gli esemplari di arte tribale esistenti al mondo.
In Europa vivono numerose ed affascinanti tradizioni di maschere, rappresentate in una grande varietà di contesti. Alcune di queste sono influenzate dalle culture di altre parti del mondo e molte di esse hanno origini pagane. Nel corso dei secoli, tuttavia, si sono inserite entro il contesto della cristianità. Si crede che anche le maschere del nostro Carnevale abbiano rappresentato in origine le anime degli antenati e i riti di fertilità legati al loro culto.
Marcella Croce

Wednesday, January 15, 2014

MADEIRA isola giardino IN CONCOMITANZA CON LA PROIEZIONE DEL 23 GENNAIO 2014 presso la Libreria del Mare Via Cala 50 Palermo



GIOVEDì 23 GENNAIO 2014 ore 18  | (proiezione) ISOLE DEL MONDO: MADEIRA, isola giardino di Marcella Croce  | Libreria del Mare | Via Cala 50 Palermo
E' un giardino galleggiante nell'Oceano Atlantico, con la vegetazione lussureggiante dei tropici e un clima mite tutto l'anno. E' per un quinto ricoperta da fitte foreste di alloro risalenti al terziario. E' percorribile a piedi con decine di facili sentieri che seguono le antiche vie d'acqua (levadas). E' una piccola Lisbona completa di chiese barocche, mattonelle (azulejelos) bianche e azzurre, mosaici pavimentali bianchi e neri. Con appena 700 Kmq, è stato uno dei luoghi nevralgici della navigazione marittima, del commercio e della politica del mondo, dove sono passati tutti, da Colombo a Napoleone, da Churchill all'imperatrice Sissi, dai commercianti di schiavi a quelli dello zucchero, fino ai velisti ai crocieristi moderni. E' Madeira.
Marcella Croce
Responsabile Centro Studi Avventure nel Mondo Palermo
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Tuesday, May 28, 2013

OBIETTIVO BIRMANIA in concomitanza con gli eventi programmati al Museo delle Marionette di Palermo: lunedì 31 marzo 2014 ore 18.30 conversazione su GIORNI IN BIRMANIA di George Orwell e sabato 5 aprile ore 19 inaugurazione della mostra fotografica OBIETTIVO BIRMANIA



Le foglie di betel artisticamente disposte, il gregge di papere portato al pascolo, la barca del lago Inle remata con il piede, la tonaca del monacello questuante che si riflette nei colori rosso oro della sua pagoda, le mille magie e i mille templi di Bagan, splendidi in ogni possibile luce e prospettiva: con otto semplici didascalie e 26 foto, la mostra Obiettivo Birmania si addentra in questo Paese da molti considerato quintessenza dell’Asia. Con le immagini dei fedeli che sembrano quasi poter fare ruzzolare la celebre enorme Golden Rock, che si prostrano in preghiera dinanzi al Buddha, che si avvinghiano alle divinità autoctone dei Nat, si chiude il cerchio della vita, improntata alla fede incrollabile che ha creato migliaia, forse milioni di pagode dorate che i birmani hanno innalzato in ogni angolo del loro mondo per migliorare la propria vita nell’aldilà.

Sunday, May 19, 2013

SOLO GIAPPONE - in concomitanza con la mostra che è stata inaugurata il 30 maggio 2013 ore 18.30 presso l'Associazione Dictinne Bobok Via E. Albanese 7 Palermo



Giardini, celebrazioni, oggetti, atteggiamenti: la cultura tradizionale giapponese è caratterizzata da una cura per il dettaglio tutta particolare. Cura per il dettaglio che molti forse non esiterebbero a definire maniacale, ma che importanza ha, se è proprio quel dettaglio che ci comunica un’emozione inesprimibile che va giù dentro e arriva dritto fino all’anima? Può essere la raffinata busta di carta, o la delicatissima scatola con cui si confeziona un regalo. Può essere semplicemente il gesto usato nel porgere il resto al cliente, un resto che non solo non manca mai, ma che viene consegnato a mani giunte come se fosse anche quello un oggetto sacro o prezioso. Può essere una porta aperta o richiusa garbatamente da una delle innumerevoli commesse…  

“Lo spirito del Giappone, più che spiegato o studiato, va semplicemente ‘sentito’, assorbito. Ricopiando il sutra nell’atmosfera rarefatta del tempio, l’unico rumore che avvertivo era il battere implacabile della pioggia che innaffiava naturalmente i celebrati muschi, e ad ogni tratto del pennello affondavo lentamente sempre più nel terreno inesprimibile del sacro. La pioggia continuava incessante; invece che rovinare la nostra passeggiata nel giardino, l’aveva resa ancora più suggestiva. Scendendo una dozzina di scalini, mi sono ritrovata nel buio totale di un ambiente sotterraneo, che intendeva richiamare il ventre materno, che è anche il ventre della terra, e in pochi minuti ciascun visitatore, che lo volesse o no, diventava pellegrino e avvertiva totalmente cambiata la propria dimensione.”
da L’anima nascosta del Giappone (Marietti 2009) di Marcella Croce

Saturday, October 27, 2012

RITI TRADIZIONALI A KYOTO in concomitanza con l'INCONTRO "Il padiglione d'Oro" di Yukio Mishima presso il Museo delle Marionette lunedì 24 febbraio 2014 ore 17.30

In un ipotetico elenco delle grandi mete spirituali del mondo, pochissimi occidentali includerebbero il Giappone. Eppure, proprio qui, vanno cercati alcuni dei templi più incantevoli del mondo, e non molti si rendono conto che tutto in Giappone sconfina sempre nel territorio del sacro e che nessuno degli aspetti più famosi della cultura giapponese, dalla cerimonia del tè al giardino, dal teatro Noh all'ikebana, e persino alle arti marziali e al sumo, è esente da una fortissima carica spirituale. 
I giapponesi non ritengono di dovere 'scegliere' una religione, e la maggior parte della gente si muove con disinvoltura fra lo scintoismo indigeno e un buddismo che ha ricevuto profonde modifiche rispetto a quello importato dal continente nel lontano 6° secolo. 
Esistono svariate tipologie di feste (matsuri). Nell'infinita trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente scritte su tavolette di legno (ema), arrivano più velocemente a destinazione se bruciate. Molte feste primaverili celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dèi (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo.
Le feste religiose (matsuri) giapponesi hanno origini antichissime, a Kyoto alcune vengono celebrate quasi ininterrottamente da più di mille anni. Esistono svariate tipologie di matsuri: alcune prevedono gare di tiro con l'arco rituale (kyudo), e altre hanno il precipuo scopo di rievocare il periodo Heian in cui la città era capitale (794-1185). Nel cuore dell'inverno gruppi di devoti si ritirano dal mondo per un periodo di pratiche ascetiche che in genere si conclude con docce fredde di purificazione e danze dei nudi (hadaka odori). Molte feste primaverili celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dèi (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo. Alcune delle feste più famose prevedono processioni alle quali assistono folle strabocchevoli. Tutti i ceti sociali, bambini, famiglie, vecchi, ragazze belle come i fiori delle loro coloratissime yukata (kimono estivi in cotone o lino), vanno per strada, mentre i palanchini decorati (mikoshi) vengono tirati o portati sulle spalle da centinaia di uomini seminudi che, abbandonata la tradizionale riservatezza nipponica, corrono, urlano, saltano, sudano. Ad un segnale invisibile e misterioso, i portatori si arrestano all'improvviso, si siedono tutti per terra accanto ai mikoshi e lasciano che il prete scintoista (kannushi) si riappropri dello spirito degli dèi (kami)

Marcella
Responsabile Centro Studi Avventure nel Mondo Palermo
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http://www.angolodellavventura.com/regioni/sicilia/palermo/centro_studi.html
Per altre informazioni sulla cultura giapponese:
http://blog.marcellacroce.com/2012/10/lanima-nascosta-del-giappone-in.html
http://blog.marcellacroce.com/2012/09/sotto-i-ciliegi-in-fiore-in-previsione.html
http://blog.marcellacroce.com/2012/09/aceri-autunnali-e-fioriture-primaverili.html

Monday, October 8, 2012

L'ANIMA NASCOSTA DEL GIAPPONE in concomitanza con la presentazione del libro di Marcella Croce alla Fiera delle Parole venerdì 12 ottobre ore 18 alla libreria Feltrinelli di Padova

"Tutto in Giappone sconfina sempre nel territorio del sacro. Nell'infinita trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente scritte su tavolette di legno (ema), arrivano più velocemente a destinazione se bruciate: nel corso della festa annuale del tempio Seruyji di Arashiyama, se ne bruciano molte migliaia. Nella visione buddista del mondo, per antonomasia ispirata a un rigoroso rispetto dell'ambiente ante litteram, c'è fondamentale unità fra tutti gli esseri: anche gli animali e gli oggetti devono poter ritornare all'armonia del ciclo universale della natura.

 Lo spirito del Giappone, più che spiegato o studiato, va semplicemente 'sentito', assorbito. Ricopiando il sutra nell'atmosfera rarefatta del tempio, l'unico rumore che avvertivo era il battere implacabile della pioggia che innaffiava naturalmente i celebrati muschi, e ad ogni tratto del pennello affondavo lentamente sempre più nel terreno inesprimibile del sacro. La pioggia continuava incessante; invece che rovinare la nostra passeggiata nel giardino, l'aveva resa ancora più suggestiva. Scendendo una dozzina di scalini, mi sono ritrovata nel buio totale di un ambiente sotterraneo, che intendeva richiamare il ventre materno, che è anche il ventre della terra, e in pochi minuti ciascun visitatore, che lo volesse o no, diventava pellegrino e avvertiva totalmente cambiata la propria dimensione."      
     
da L'anima nascosta del Giappone di Marcella Croce       Marietti editore Milano 2009

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