Negli Stati Uniti chiamano corn belt una larga striscia di territorio americano che è uniformemente coltivata a granoturco. Dalla Bosnia europea fino al Rajastan indiano, si stende abbastanza compatta una grossa fascia per la quale potrebbero essere proposti vari nomi (carpet belt? yogurt belt? turquoise belt?), tutti relativi a una straordinaria cultura cui l'Islam, dall'arte dei tappeti a quella dei tessuti, dagli intarsi alle miniature, dagli smalti alle calligrafie, ha fornito saldo denominatore comune. Legni, stucchi, vetri, bronzi, ottoni: tutti i materiali esistenti sono stati usati, con una netta predilezione per il colore turchese nelle ceramiche. Anche la cultura materiale presenta alcune uniformità particolari: la tradizione dello yogurt ad esempio, usato ovunque in mille modi e ovunque squisito.
Una seconda fascia, sorella gemella (ma non identica) della prima, inizia nella parte meridionale della penisola iberica (Algarve e Andalusia), e attraversando il Marocco e tutto il Maghreb ('l'occidente') nordafricano, si riunisce alla prima in Siria. Non è una monotona monocultura la principale caratteristica di queste strisce lunghe migliaia di chilometri, ma una koiné culturale senza quasi soluzione di continuità, cui l'Iran ha fornito fondamentali contributi, specie nell'architettura. La cupola e l'esedra (eiwan) ne sono i segni più evidenti, l'arco persiano a quattro fuochi il marchio più noto.
Nella sua 'Introduzione alla Storia', opera fondamentale compilata in Marocco, Ibn Kahldun nel 14° secolo affermava che 'le scienze e le arti sono il risultato dell'abilità dell'uomo a pensare, con la quale egli si distingue dagli animali... la tendenza dell'arte alla raffinatezza e la qualità dello scopo perseguito per ottemperare alle richieste di lusso e di ricchezza, corrispondono alla civiltà di una determinata nazione'. Le parole di Kahldun, filosofo e storico al servizio del sultano di Fez, si attagliano perfettamente a tutto il complesso dell'arte islamica e alle sue sofisticate decorazioni. Uno splendido percorso in cui Asia centrale e India del Nord sono le estreme, fondamentali tappe.
Per altre informazioni su questi argomenti:
"Oltre il chador - Iran in bianco in nero" di Marcella Croce
Medusa ed. Milano 2006
1° premio Il Paese delle Donne Roma 2007
www.marcellacroce.com blog.marcellacroce.com
marcellacroce@gmail.com +39 340 6678233
Responsabile Centro Studi Avventure nel Mondo Palermo
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