Monday, October 29, 2012

TEATRO TRADIZIONALE A KYOTO in concomitanza con la mostra fotografica di Marcella Croce e Andrea Matranga Parco Cassarà Palermo 1-4 novembre 2012


Ogni anno ai primi di giugno nel santuario Heian di Kyoto, vengono accese al far della sera delle pire per illuminare i suggestivi spettacoli di 'Noh del fuoco' (Tagiki Noh). Esistono cinque categorie di teatro Noh, a secondo se i protagonisti siano dèi (kami noh), uomini (shura mono), donne (katsura mono 'storie di parrucca'), pazzi (zatsu mono), o demoni (kiri noh). L'albero di pino dipinto sullo sfondo e i pini (veri) che costeggiano il corridoio di accesso al palcoscenico sono reminiscenze del tempo in cui lo spettacolo vaniva rappresentato vicino ai boschi. Tre diversi tipi di tamburo e particolarissimi richiami vocali (kakegoe) da parte dei percussionisti aumentano la tensione e creano un crescendo nelle scene drammatiche. L'uso del coro (jiutai)  proviene dalle cantilene buddiste, fornisce un commento all'azione e spiega perché i personaggi si stiano comportando in una certa maniera. Insieme agli splendidi costumi, le maschere sono ciò che più colpisce un occidentale. Sono oggetti misteriosi, affascinanti, sacri, indispensabili per il Noh. Come nel teatro di qualunque parte del mondo fino a tempi molto recenti, gli attori sono tutti maschi e usano la maschera quando interpretano una donna o un essere sovrannaturale.
Per allentare la serietà dello spettacolo con qualcosa di più leggero, il Noh viene sempre intramezzato da una farsa (kyogen) che oggi ha acquisito grande popolarità anche come spettacolo a sé stante. Mentre il Noh, su uno sfondo buddista altamente simbolico e stilizzato, offriva intrattenimento alla classe dei samurai, il repertorio del kyogen include storie umoristiche ispirate alla vita plebea quotidiana del periodo Muromachi (1394-1466), molte delle quali narrano le comiche disavventure del servo Tarokaja, il Giufà giapponese. Le storie sono ispirate da personaggi vissuti o fatti forse realmente accaduti nel quartiere, ma non mancano episodi storici o parabole di demoni e anime alle prese con Enma, re dell'inferno.
Nel tempio Senbon Enma-do di Kyoto, in commemorazione di eventi miracolosi avvenuti in quella zona della città oltre 1000 anni fa, sono rappresentati spettacoli di un tipo di kyogen chiamato nenbutsu dal nome di una preghiera ad Amida Buddha. Ininterrottamente dal periodo Kamakura (1192-1333), per quattro giorni ai primi di maggio, nello stesso posto e nello stesso tempo dell'anno, si compie l'ennesimo rito giapponese, sempre in bilico fra sacro e profano. 

http://blog.marcellacroce.com/2012/10/riti-tradizionali-kyoto-in-concomitanza.html

Marcella Croce
Responsabile Centro Studi Avventure nel Mondo Palermo
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