I giapponesi non  ritengono di dovere 'scegliere' una religione, e la maggior parte della  gente si muove con disinvoltura fra lo scintoismo indigeno e un buddismo  che ha ricevuto profonde modifiche rispetto a quello importato dal continente  nel lontano 6° secolo.  
Esistono svariate  tipologie di feste (matsuri). Nell'infinita  trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il  mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente  scritte su tavolette di legno (ema),  arrivano più velocemente a destinazione se bruciate. Molte feste primaverili  celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale,  spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In  propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dèi (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di  ogni tipo.
Le feste religiose (matsuri) giapponesi hanno origini  antichissime, a Kyoto alcune vengono celebrate quasi ininterrottamente da più  di mille anni. Esistono svariate tipologie di matsuri: alcune  prevedono gare di tiro con l'arco rituale (kyudo),  e altre hanno il precipuo scopo di rievocare il periodo Heian in cui la città  era capitale (794-1185). Nel cuore dell'inverno gruppi di devoti si ritirano  dal mondo per un periodo di pratiche ascetiche che in genere si conclude con  docce fredde di purificazione e danze dei nudi (hadaka odori). Molte feste primaverili celebrano la rinascita della  vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la  vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di  riso, vengono offerti agli dèi (kami)  cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo. Alcune delle feste più famose  prevedono processioni alle quali assistono folle strabocchevoli. Tutti i ceti  sociali, bambini, famiglie, vecchi, ragazze belle come i fiori delle loro  coloratissime yukata (kimono  estivi in cotone o lino), vanno per strada, mentre i palanchini decorati  (mikoshi) vengono tirati o portati sulle spalle da centinaia di uomini  seminudi che, abbandonata la tradizionale riservatezza nipponica, corrono,  urlano, saltano, sudano. Ad un segnale invisibile e misterioso, i portatori si  arrestano all'improvviso, si siedono tutti per terra accanto ai mikoshi  e lasciano che il prete scintoista (kannushi) si riappropri dello  spirito degli dèi (kami)
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