Monday, October 29, 2012
Saturday, October 27, 2012
RITI TRADIZIONALI A KYOTO in concomitanza con l'INCONTRO "Il padiglione d'Oro" di Yukio Mishima presso il Museo delle Marionette lunedì 24 febbraio 2014 ore 17.30
I giapponesi non ritengono di dovere 'scegliere' una religione, e la maggior parte della gente si muove con disinvoltura fra lo scintoismo indigeno e un buddismo che ha ricevuto profonde modifiche rispetto a quello importato dal continente nel lontano 6° secolo.
Esistono svariate tipologie di feste (matsuri). Nell'infinita trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente scritte su tavolette di legno (ema), arrivano più velocemente a destinazione se bruciate. Molte feste primaverili celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dèi (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo.
Le feste religiose (matsuri) giapponesi hanno origini antichissime, a Kyoto alcune vengono celebrate quasi ininterrottamente da più di mille anni. Esistono svariate tipologie di matsuri: alcune prevedono gare di tiro con l'arco rituale (kyudo), e altre hanno il precipuo scopo di rievocare il periodo Heian in cui la città era capitale (794-1185). Nel cuore dell'inverno gruppi di devoti si ritirano dal mondo per un periodo di pratiche ascetiche che in genere si conclude con docce fredde di purificazione e danze dei nudi (hadaka odori). Molte feste primaverili celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dèi (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo. Alcune delle feste più famose prevedono processioni alle quali assistono folle strabocchevoli. Tutti i ceti sociali, bambini, famiglie, vecchi, ragazze belle come i fiori delle loro coloratissime yukata (kimono estivi in cotone o lino), vanno per strada, mentre i palanchini decorati (mikoshi) vengono tirati o portati sulle spalle da centinaia di uomini seminudi che, abbandonata la tradizionale riservatezza nipponica, corrono, urlano, saltano, sudano. Ad un segnale invisibile e misterioso, i portatori si arrestano all'improvviso, si siedono tutti per terra accanto ai mikoshi e lasciano che il prete scintoista (kannushi) si riappropri dello spirito degli dèi (kami)
Responsabile Centro Studi Avventure nel Mondo Palermo
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Per altre informazioni sulla cultura giapponese:
http://blog.marcellacroce.com/2012/10/lanima-nascosta-del-giappone-in.htmlhttp://blog.marcellacroce.com/2012/09/sotto-i-ciliegi-in-fiore-in-previsione.html
http://blog.marcellacroce.com/2012/09/aceri-autunnali-e-fioriture-primaverili.html
Monday, October 8, 2012
L'ANIMA NASCOSTA DEL GIAPPONE in concomitanza con la presentazione del libro di Marcella Croce alla Fiera delle Parole venerdì 12 ottobre ore 18 alla libreria Feltrinelli di Padova
"Tutto in Giappone sconfina sempre nel territorio del sacro. Nell'infinita trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente scritte su tavolette di legno (ema), arrivano più velocemente a destinazione se bruciate: nel corso della festa annuale del tempio Seruyji di Arashiyama, se ne bruciano molte migliaia. Nella visione buddista del mondo, per antonomasia ispirata a un rigoroso rispetto dell'ambiente ante litteram, c'è fondamentale unità fra tutti gli esseri: anche gli animali e gli oggetti devono poter ritornare all'armonia del ciclo universale della natura.
Lo spirito del Giappone, più che spiegato o studiato, va semplicemente 'sentito', assorbito. Ricopiando il sutra nell'atmosfera rarefatta del tempio, l'unico rumore che avvertivo era il battere implacabile della pioggia che innaffiava naturalmente i celebrati muschi, e ad ogni tratto del pennello affondavo lentamente sempre più nel terreno inesprimibile del sacro. La pioggia continuava incessante; invece che rovinare la nostra passeggiata nel giardino, l'aveva resa ancora più suggestiva. Scendendo una dozzina di scalini, mi sono ritrovata nel buio totale di un ambiente sotterraneo, che intendeva richiamare il ventre materno, che è anche il ventre della terra, e in pochi minuti ciascun visitatore, che lo volesse o no, diventava pellegrino e avvertiva totalmente cambiata la propria dimensione."
da L'anima nascosta del Giappone di Marcella Croce Marietti editore Milano 2009
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Marcella
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